Campagna Ads
Cosa sono CPC e CTR

In una strategia di advertising non può mancare una campagna Pay-Per-Click (PPC). Vediamo allora come scegliere le parole chiave adatte per farsi trovare e cosa sono CPC e CTR, due parametri fondamentali per costruire una campagna di successo

Per comparire nelle posizioni alte della SERP di Google ci sono due metodi: il primo riguarda l’implementazione di strategie SEO, le quali prevedono un lungo lavoro di base e tanta pazienza; il secondo è invece incentrato sulle campagne Ads, genericamente parte di una strategia SEM. Pagare per una campagna Ads significa comparire al primo posto per determinate keyword e promuoversi sulla rete Display Google (che include Youtube e i numerosi banner pubblicitari presenti su molti siti).

Impostare una campagna Ads, seppur con budget ridotto, ci aiuta a guadagnare immediata visibilità, con risultati concreti in poche settimane. Investire in questo canale pubblicitario può essere vitale in diverse circostanze: in occasione di eventi unici, scontistica legata al periodo, lancio di una nuova linea, rebranding. In altre parole le campagne Ads sono utili ogni qual volta si voglia comunicare a un pubblico selezionato in poco tempo.

Naturalmente non basta investire denaro per ottenere un risultato verificabile: bisogna preparare accuratamente la campagna per capitalizzare al meglio il budget a disposizione. Una buona campagna Ads passa anche attraverso il corretto utilizzo dei fondi. In quest’ottica introduciamo il primo termine fondamentale da conoscere. Il CTR, o Click-Through Rate misura l’efficacia di un annuncio.

È una percentuale che esprime il rapporto tra click e visualizzazione. In altre parole molti visualizzano un annuncio, ma non tutti vi cliccano. Il CTR riesce a misurare indirettamente l’efficacia dell’annuncio: se il target è giusto e i contenuti sono accattivanti il CTR si alzerà.

Altro discorso può essere fatto sull’effettiva conversione, ma tutto dipende dalla struttura della landing page o del contenuto che si propone all’utente che ha effettivamente cliccato sull’annuncio.

Campagna Ads: CPC e asta sulle keyword

Il primo passo da fare nella progettazione di una campagna è sicuramente la scelta delle keyword adatte. In tal caso SEO e SEM si incrociano nella ricerca di parole chiave idonee. Quando si lancia una campagna Ads la scelta delle keyword potrebbe vanificare o esaltare i risultati.

Ecco perchè dovrebbero essere strettamente collegate al prodotto o servizio offerto e mai generiche. È inoltre consigliato puntare molto sulle long tail, ovvero sulle keyword più lunghe e specifiche.

Ogni parola chiave ha un costo specifico per click: il prezzo è stabilito da un’asta virtuale (bid) con la concorrenza. Ciò significa che termini più inflazionati costeranno molto di più, i meno comuni saranno economici. In questo caso è bene salvaguardare il budget: sempre meglio scegliere keyword economiche e settoriali che corrispettivi generici e vaghi. Le keyword costose vanno lasciate ai big player del settore.

Il costo di ogni parola chiave si misura attraverso il parametro CPC (Cost per Click): questo valore economico indica quanto si pagherà effettivamente per ogni click.

Volume di ricerca e CPC: come trovare il giusto compromesso

Scegliere keyword di nicchia è consigliato: tuttavia bisogna accertarsi che il settore di pubblico a cui ci si rivolge esista veramente. Per verificare quanti utenti cercano mensilmente una data parola chiave è importante consultare i volumi di ricerca. Tramite questo parametro i motori di ricerca ci dicono quanto è popolare tale termine di ricerca. In linea di massima è consigliabile scegliere keyword con volume di ricerca che oscilla fra 100 e 1000. Si intercetteranno parole chiave non troppo costose, ma neanche totalmente ignorate dal pubblico.

La migliore strategia rimane quindi quella di incrociare CPC e volume di ricerca, giungendo a un compromesso intelligente. In questa operazione è bene non essere troppo rigidi: la stella polare sarà sempre il proprio prodotto e il core dell’azienda. È inutile risparmiare acquistando una parola chiave non pertinente col prodotto offerto.

Lavorare per complementarità ed esclusione

In questo lavoro i tool di settore possono offrirci un aiuto incalcolabile. Bisogna pensare alla campagna Ads come una ricerca ad esclusione: restringendo sempre di più il campo di utenti ai quali rivolgersi si otterrà il target ottimale. A differenza della strategia SEO in cui è l’utente a cercare l’inserzionista, bisogna fare uno sforzo aggiuntivo per raggiungere chi è davvero interessato, rendendo ogni click un’opportunità per convertire.

Di conseguenza, oltre alle keyword principali, è bene selezionare anche quelle complementari e quelle da escludere. Gli utenti effettuano ricerche sul web in modo difficilmente prevedibile. È molto facile, ad esempio, che si cerchi un determinato servizio a costi bassi. Se si punta a una clientela con budget più alto basterà escludere la parola “economico” ed il gioco è fatto.

L’importanza di una buona landing

Gli utenti, nella maggior parte dei casi, arrivano su una landing page: letteralmente la pagina d’atterraggio. Questa dovrebbe essere separata dal sito vero e proprio. Il nostro consiglio è quello di creare una pagina efficace, breve, sintetica ed esaustiva. Solo così si potrà incuriosire il cliente senza annoiarlo. Non dovrebbero, poi, mai mancare form di contatto o CTA che permettano la conversione immediata.

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